Tra una serpe e un crocefisso
Un pazzo che esplode
Una carogna che rode
Uno schiavo che la fa da padrone
Un altro che ride di codesto coglione
In una grande nebbia
Che non ci fa vedere chi trebbia
Ma il vento e' più forte
Diciamolo davvero che
c' e'una brezza che sconfigge la morte.
Dall' inferno al paradiso
Tra una energia mortifera
Di un dinamismo entropico
Tendente a zero
E una venefica impostura salvifica
Un insana nozione del giorno del giudizio
Il mercato che ci vede
Un affare propizio
Più lercio e mafioso che più non si crede
Enti occulti e assenti che godono
Nell sentire di tutto questo amaradam
I lamenti
E che questo produce ancora più tormenti
II giovine da baruffa guerrafondaio fino al midollo
Che si spancia dalle risate
Fino a rompersi il collo
Mentre su tutto
Campeggia un albero di cui non si vede piu il. frutto
Perso nella paura mortale
Non trova nessuno a portarlo
Dove si mangia grano non crudo
Che si sovviene chiamare pane
Ma non per il più brutto
Che si uccide da solo
Guardandosi nell:acqua dello stagno
Come una faccia di rospo santone
Che finìsce sempre con un ' autoimplosione
Ma la natura e'piu potente
Cosi come li immortali custodi della vita
E del fuoco
E cambia con la furia dei quattro elementi
Il verso di quei presenti
In quello udito da Dio
Che dice che ci sono per ognuno
un corpo e un anima
Immortali e veritieri
Uno la casa l' altra la presenza del divino
Che fa onnipotente il primo
Che incontrano ambedue in lontananza la vita infinita
Dell' indomabile soggettività sognatrice.
P. M.
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