Da questo a riconoscere qual'e l'ente che tra tutti gli altri invece che astenersi, recedere, astrarsi, andare a caso o anticipare riesce a orientare la propria libido verso una possibile e oggettiva certezza, ci passa in mezzo tutta la storia del pensiero sulle libertà dell'essere, dell'esistente, dell' essente. Questo ultimo essendo colui che è permanente e che tutto vuole.
La libertà, non c'e ' niente di più caro, tranne che la soddisfazione del desiderio.
La volontà e'inalienabile, ma dipende da quanto vali tu il suo valore.
Certo, l'essenziale e' riuscire, e questo non lo da per sicuro ne l'ascetismo, ne' il calcolo folle, né la brama di prepotere, ne ' la competizione sfrenata, né la pulsione di predominio.
Il riuscire lo da si sicuro soltanto l' intesa con quell' Ente, intesa che è ' quello per cui e' nata l'umana stirpe, che ci porta a donare e a perdonare, ma soprattutto a distinguere il bello dallo sporco. Un Ente dunque che vive in noi ma anche che vive perché viviamo noi, poiché anche noi siamo in lui. Liberi e'una parola vuota se non si capisce che la vita nell' universo,, anche nella solitudine di ognuno, di ogni stella, di ogni pianeta, di ogni uomo, di ogni albero, sta nella relazione di Ognuno con l'Altro, cioè nel rapporto tre la mia e la diversa volontà.
Riuscire e'l imperativo di ogni intelletto, riuscire e'la sua vittoria sul nichilismo, sulla vacuità dell'esistenza, sull'avidita', sulla psicopatia, sulla scissione atomistica, sulla volontà di potenza. E l'Ente poi gode con noi di questa vittoria, poiche quell' Ente e' colui che alcuni chiamano il Padre Eterno.
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