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venerdì 1 maggio 2020

Il racconto del Grande Re e del giovane popolano.

C' era una volta un Grande Re che con un gran cavallo e un grande corteo di sudditi che lo attorniavano , era come Zeus in sommità dell' Olimpo, procedeva per la sua strada.
D' improvviso un giovane spuntò dalla folla e il Re di rimbalzo fermo ' il cavallo e il ragazzo si alzo' guardo' dritto verso il Re e urlo' : Sire , voglio parlare a Vostra Maestà in tutta franchezza.
Per tutta risposta  il Re lentamente scese dalla sella e si avvicino' al giovine .
" Dimmi caro , " parlo ' il Re , " quello.che pensi con la tua testa  " , e lo invito' al Castello dove fu accolto con onore.
Al Castello, il giovine preso coraggio, disse : Maesta' perché nonostante il vostro Titolo e le vostre Prerogative trattate noi come se fossimo dei Vostri Pari e li fate  sentire a loro agio e Vi fate dare del tu, quasi che il Re e il popolano fossero uguali di provenienza e avessero lo stesso diritto, e non ci fossero delle distanze incolmabili da mantenere tra Il Castello e il contado ." .
E ii Re sorrise e di rimando domandò al giovine " Come ti chiami ? ". " Alessandro ! " rispose il ragazzo. Il Re allora lo guardo' con fare scherzoso ma non troppo e gli racconto una storia : " Alessandro, "iniziò, " quando tu non eri ancora nato , regnava in questo Regno un Re che viveva in questo Castello pieno di arazzi e pietre preziose incastonate ,in mezzo agli agi e alle ricchezze più assortite . Ma egli aveva un tarlo che lo perseguitava e per il quale era contrito.  Quello di non avere il sostegno di quelli che lui chiamava " plebaglia " , perché non volevano assoggettarsi al suo predominio .
E fu così che un bel giorno arrivo' un Sant' uomo al Castello che entro'  , si inoltro ' a corte e arrivo' dritto fino allo scranno di quel Re e una volta giùnto al suo cospetto , si mise nel mezzo del salone a declamare : tu sei un impostore che non capisce l'importanza ancestrale di ogni uomo.     
E il Re rispose risentito ; " Vai  frate ,fuggi fuggi da me , te e le tue bestemmie , le tue eresie , le tue teorie sovversive , potrei anche processarti e farti mettere a morte.
Come non fosse nemmeno spaventato, il Sant' uomo batte' forti le mani e d' improvviso il salone si riempì di gabbiani che attorniarono la testa del frate facendoli un' aureola e poi ai avvicinarono a quel Re gracidando e vorticando come se volessero accecarlo. E al Re frastornato il Sant' uomo continuo ' impettito il suo discorso ,levando il dito accusatore : " Tu non sei un vero Re  , tu sei un negromante,che proviene dall' imbroglio e dallo stravolgimento della natura dell' uomo . E non sei ne il primo ne l'ultimo che invece che Re e' come un pirata che esercita un prepotere per ottenere oro e sopravvivere nella baldoria, pieno di se 'e che si crede superiore agli altri per un privilegio trafugato. E aggiungo che il tuo Regno non durera' a lungo ." Detto questo il frate si allontanò e si dileguo' .
Dopo qualche mese difatti , quel Re e i suoi cortigiani incontrarono Me e le mie armate che posero sotto assedio  il Castello e dopo aspra battaglia lo detronizzarono e lo misero nelle segrete incatenato, dove maledisse il frate e i comuni mortali imprecando contro le mura dove era rinchiuso e ivi mori'.
Il Regno poi si riempì' di baldi cavalieri , dame , notabili  , artigiani , armigeri, giovani di ogni rango, che con Me come Re davano tutta un'altra importanza al Castello ed al Contado." . E il Grande Re concluse : "Proprio come ho fatto io con te , Alessandro ." 


Sir Joseph Conrad





 

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