Tutta la nozione di empirismo si basa sulla visione dell'esperienza e sulla critica su quanto sia possibile una sua scomparsa e ricomparsa.
Poi l' empiriocriticismo non e' che il modo di una connessione studiata da delle coscienze per la visione psichica globale delle cose trovate in quel modo , cercandole nel mondo per la supposizione di una scoperta scientificamente controllabile. Ma di cui si perdono poi le tracce delle cause .
Mentre il materialismo passava come si suol dire di li per caso si accorse , oltre che di essere in grado di produrre di scoperta scientifica delle esperienze ,e della loro conferma , anche di essere in possesso di un innatismo creativo dal quale proveniva dalla forza primordiale a disposizione dell' 'energia posseduta e utile per una conduzione della prassi autocreante della materia , di cui esso stesso, come tutti era fatto e incarnato e lo era di più' che colui che si rifaceva a una visione seducente della materia ultima, considerata come quantistico/olistica ,che finiva per diventare incompleta e carente di produttivita' proficua nella sua caratteristica speculativa e relativa.
E questa differenza tra i due momenti di vedere la scoperta scientifica sono colti da colui che e'l'uomo che ha creato la materia che e' ora un tutt'uno con le cose e le parole per assemblarle e definirle.
L'_uscita dalla preistoria dell' umanita' comporta un modo nuovo di percepire l'esperienza scientifica sulla base di una ricomposizione intellettuale e manuale dell' attivita' , per la sua creazione continua , la materia appunto , che resta tale al dil la di ogni copia della natura , di ogni teoria della misura, di ogni spiritismo.
Da questo nasce il fulcro del procedimento sull'oggetto manipolabile che e , prima ancora che scoperta , e' invenzione sull' avvicendarsi dell' ingegnosità della scoperta dei segreti della materia , attuata dall' uomo abile, in mille modi.
P.M.
Per GATTO ROSSO
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