La cosiddetta denominata " verita' assoluta" , per imporsi deve soprassedere alle ragioni e alle virtu' , e t rascenderle nelle peggiori atrocita , come quella della scarnificazione dell'uomo come tributo all' ipostasi dell' astrazione del logos, piuttosto che come osservazione pacata alle esigenza dell'esistenza autentica nel suo divenire.
Essa fa scempio della vita come della sua dirompenza ,ma non , come penserebbero molti e come sarebbe auspicabile, per raggiungere dei risultati probanti , ma solo per essere a sua volta vittima di una disfunzionalita' operativa personale ,che retroagisce collettivamente in una societa' , ma ne segnalne anche la sua decadenza.
Una vita nella quale la competenza nell'affrontare le responsabilita' di autorita' soprattutto quando queste sono prese con a carico le vite di altri, dovrebbero rappresentare l ' eta' adulta e professionalmente adeguata di una persona, qui non e' , come penserebbero molti, la maturita' della pubblica rappresentanza, di cui pur c' e' tanto bisogno, ma una rinuncia a inquadrare bene il presente in causa e il suo prossimo per un suo pregiudizio, e quindi, con questa rinuncia,una sconfitta del primo astante , che deve irrigidirsi dietro a un assolutismo indiscutibile e perverso , e si badi bene, non per esperienza e conseguente crescita e , ribadiamolo , autorita' personale, ma per sacrificare alla propria convinzione formale imparata a memoria ,l'operativita' collettiva dei migliore di lui , ricambiandola con una coattiva quanto effimera , esecuzione di ordini.
Essa poi, avendo a che fare quindi con un collettivo piu ' maturo di lei , e che dispone di maggiori risorse dal.punto di vista della governabilita, questo astante , pur il piu intransigente, e'costretto dalla circostanza a retrocedere.
.. Dott. Augusto Settembrini
Art.colo pubblicato su Paolo Macchi - ABC SULLA DOTTRINA DELLO STATO - Edizioni GATTO GATTO - 2013 - reprint 2016
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